I giganti della montagna

Luigi Pirandello

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Sintesi
I giganti della montagna e` l’ultima opera di Pirandello, iniziata nel 1931 ancora nel 1936, alla sua morte, non era terminata.

Memorabile la rappresentazione dei Giganti realizzata da Strehler al Piccolo di Milano nel 1995.

Una compagnia di attori girovaghi, guidata dalla contessa Ilse, avendo  deciso di recitare “La favola del figlio cambiato” (una opera altamente drammatica dello stesso Pirandello) e  non trovando accoglienza nei comuni teatri, giunge ad una villa che sembra abbandonata. Gli strani e misteriosi abitanti della villa, il mago Cotrone e gli Scalognati, cercano dapprima di allontanarli con tuoni, fulmini, apparizioni di fantasmi e altro, infine, poiche` i commedianti non si lasciano intimorire, li accolgono, e Cotrone cerca di convincere la contessa a recitare per gli ospiti della villa il suo dramma, una storia scritta per lei da un giovane poeta che, innamorato e da lei respinto, si e` ucciso. La villa puo` accoglierli perché e` una ‘dimora molto particolare’, dove tutto puo` realizzarsi, basta volerlo: “Siamo qui come agli orli della vita, Contessa” dice Crotone ad Ilse “Gli orli, a un comando, si distaccano, entra l’invisibile: vaporano i fantasmi. E` cosa naturale. Avviene cio` che di solito nel sogno. Io lo faccio avvenire anche nella veglia. Ecco tutto. I sogni, la musica, la preghiera, l’amore… Tutto l’infinto che e` negli uomini, lei lo trovera` dentro e intorno a questa villa” Ma Ilse non accetta, vuole che, in qualche modo, chi assiste all’opera teatrale venga coinvolto, magari in modo conflittuale; allora Cotrone le propone di recitare la sua favola ai Giganti della montagna, potenti signori occupati nella realizzazione di grandi opere, che potrebbero inserirla in un contesto di festeggiamenti per un loro importante matrimonio.
La tragedia termina con l’arrivo dei Giganti (si odono musiche e urla quasi selvagge) ed ecco le ultime parole scritte da Pirandello e pronunciate da Diamante, la seconda donna della compagnia del teatranti: “Ho paura…”
Nell’epilogo, che non e` nel dramma, ma che era nelle intenzioni dell’autore, poi, si viene a sapere che i Giganti, tutta razionalita` e interessi materiali, non accettano la proposta, non hanno tempo per  la poesia e le cose dello spirito, ma permettono che la rappresentazione venga allestita per il popolo, i loro servitori. Ilse, pure consapevole del pericolo di portare la sua arte a chi e` completamente privo di sensibilita`, accetta. Urla e fischi accolgono la rappresentazione, gli attori reagiscono, nasce una zuffa, Ilse  viene uccisa. http://www.taote.it/newteatro/pirandello/giganti.htm

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