Il pensiero di Ippocrate (Ιπποκράτης)

di Mario Vegetti
Introduzione alle Opere di Ippocrate, UTET, Torino 1965, pp. 9-63.

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Incominciare un discorso su Ippocrate – sia pure in sede di primo approccio ai problemi e di larga approssimazione – impone una dichiarazione preliminare intorno all’oggetto del discorso stesso, dopo che un vaglio critico protrattosi per tanti secoli ha eroso ogni certezza e reso evanescente ogni contorno, sì che uno dei critici recenti, il Pohlenz, efficacemente intitolava «Hippokrates?» il relativo capitolo della sua monografia. Alla documentazione del problema, e ai lineamenti di una possibile via d’uscita, è dedicata la nota sulla questione ippocratica, seconda parte di questa introduzione. Qui, per comodità di esposizione, chiameremo «Ippocrate» l’autore delle
opere presentate nelle prime due sezioni di questo volume; oppure, se si vuole, stabiliremo un’equivalenza fra questo nome e la somma algebrica degli autori delle singole opere, che alla maniera degli storici dell’arte si potrebbero definire “il
maestro di Antica Medicina”, “il maestro del Prognostico”, e così via. D’ora in avanti, dunque, Ippocrate equivarrà a “pensiero ippocratico” quale risulta dalle opere sopra indicate, con l’aggiunta di una specificazione temporale, e precisamente la collocazione
di questo pensiero nella seconda metà del sec. V a. C.
Da un punto di vista storico e critico, d’altro canto, le difficoltà di una presentazione di Ippocrate sono assai più 10 ardue. Occorrerà infatti situare la medicina ippocratica nei rapporti con la medicina e con la scienza a essa precedenti e circostanti, per individuarne le caratteristiche specifiche, la relativa originalità e soprattutto per riconoscere in essa la peculiare emergenza di quelle categorie del pensiero scientifico che ne fecero un evento così singolare in tutto il corso della cultura antica e che la
imposero come un modello di sapere dalla vitalità perennemente rinnovantesi, a partire da Platone e fino ai giorni nostri. Occorrerà, ancora, inserire la medicina nel quadro più vasto della cultura filosofica greca del VI e V secolo, per misurare il contributo che essa ne derivò ai fini della propria elevazione a un livello scientifico, e anche le ripercussioni sulla filosofia che questa elevazione non poteva non produrre; poiché questo accertamento è essenziale ai fini di una migliore e più comprensiva visione dei lineamenti del pensiero ippocratico stesso. Infine, sarà necessario individuare il contenuto dottrinale delle opere di Ippocrate, le conquiste e le prospettive
scientifiche che in esse si venivano costituendo, e che rappresentarono un fecondo patrimonio di sapere per secoli e secoli di medicina, fino a Galeno e poi via via fino, si può dire, alla metà dell’Ottocento.

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