Promessi sposi

Alessandro Manzoni

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Introduzione
Alessandro Manzoni inizia a scrivere I Promessi Sposi il 24 aprile 1821, mentre si trova con la famiglia nella bella villa di Brusuglio, immersa nella campagna, a pochi chilometri da Milano.
Sono tempi difficili: in cittΰ la polizia austriaca sta arrestando, uno a uno, i patrioti affiliati alla societΰ segreta della Carboneria. L’anno prima θ stato arrestato Pietro Maroncelli e ora sono in corso i processi nei quali sono anche implicati i collaboratori del Conciliatore, tra cui il direttore del giornale, Silvio Pellico (1789-1854).
Molti di loro sono amici e conoscenti di Manzoni che spera, nel suo rifugio, di non essere coinvolto nι chiamato a subire estenuanti interrogatori .
Ha con sι alcuni libri: le Storie milanesi di Giuseppe Ripamonti (1573-1643) e il saggio di Melchiorre Gioia (1767-1829) Sul commercio di commestibili e caro prezzo del vitto, dove legge il passo di una grida (legge emanata dal Governatore di Milano, chiamata cosμ perchι veniva gridata nelle strade da pubblici ufficiali, al fine di informare i cittadini, spesso analfabeti) del Seicento, che commina pene severe a chi impedisca la celebrazione di un matrimonio.
Nell’arco di quaranta giorni Manzoni stende di getto l’Introduzione e i primi due capitoli del romanzo che, in realtΰ, sta enucleando nella mente da alcuni anni e che rappresenta una vera e propria sfida, per la sua novitΰ formale e di contenuto. Ricostruire il processo di ideazione, stesura e revisione di questo capolavoro significa aprire anche uno spaccato sulla vita culturale dell’Ottocento e calarsi in quell’affascinante fase della cultura italiana che segue e sorregge le prime fasi del processo di unificazionenazionale.

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