Sonetti, Ugo Foscolo

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Apparsi all’inizio del 1800 i Sonetti riflettono tutta l’esperienza sociale e umana di Ugo Foscolo e il suo atteggiamento nei confronti della realtà: la delusione per il Trattato di Campoformio, il dolore per la morte del fratello suicida, la concezione materialistica della natura, le preoccupazioni per la piega assunta dalla vita. La raccolta poetica, che risente fortemente dell’impostazione del Misogallo e delle Rime di Vittorio Alfieri, è ispirata all’opera poetica dell’amico Ippolito Pindemonte, alla sua cultura classica e all’impatto delle poesie preromaniche dello scozzese James Macpherson tradotte in italiano tra il 1772 e il 1801 da Melchiorre Cesarotti (1730-1808).

Le poesie della raccolta richiamano il neoclassicismo per la forma e per il linguaggio e il movimento romantico per i contenuti, per i concetti, e per i sentimenti espressi. Alcune di queste liriche realizzano una perfetta sintesi tra i due stili. La Weltanschauung (*) del Foscolo che emerge da un’analisi attenta dalla raccolta è una concezione dell’universo in chiave materialista, secondo la filosofia sensista (*) dell’Illuminismo. Un’impostazione sorretta da una forte Sehnsucht (*) e basata su una solida cultura classica. Infine vi si profila lo spirito libero, irrequieto, passionale, ribelle e indipendente del poeta.

In prima posizione, nell’edizione definitiva dei Sonetti, Alla sera esprime un desiderio di conoscere ciò che sta fuori dei limiti del finito, che si concretizza nella sofferenza per l’impossibilità di appagare questa volontà. Il tema utilizzato dal Foscolo per sviluppare il concetto è il crepuscolo, visto come immagine della morte, ma anche come momento di pace e di riflessione.

Dedicato alla ridente isola del mar Ionio sulle carte conosciuta come Zante, occupa la nona posizione nella raccolta il sonetto A Zacinto, che costituisce una perfetta sintesi della dominante tradizione neoclassica e degli innovativi orientamenti romantici dell’autore. Il poeta, esule per il mondo, si aspetta di morire in terra straniera.

Composto nel 1803 a Milano, dove Ugo Foscolo si trovava in esilio, In morte del fratello Giovanni accentua il senso di sconforto esistenziale. Anche stavolta il poeta si avvale dei temi della cultura classica, a partire dall’ispirazione, che proviene da alcuni celebri versi di Catullo.

Scritti tra il 1798 e il 1801 i sonetti apparvero in due distinte riprese: i primi otto, scritti dal 1798 al 1801 e pubblicati nel 1802, e gli ultimi quattro, pubblicati nel 1803. Elencati secondo l’ordine definitivo che diede loro il Foscolo www.italialibri.net

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