Γεράσιμος Ζώρας, Η Ιταλία του Βασίλη Βασιλικού

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LETTERATURA E CULTURA/ΛΟΓΟΤΕΧΝΙΑ ΚΑΙ ΠΟΛΙΤΙΣΜΟΣ
Γεράσιμος Ζώρας, Η Ιταλία του Βασίλη Βασιλικού,
Μπαρτζοσλιάνος, Αθήνα 2009, σσ. 115, € 11.711
Il volume di Zoras è uno studio interessante e originale su quanto Roma e i suoi dintorni siano presenti nell’opera narrativa e poetica di Vasilis Vasilikòs. Lo studioso si era già occupato di questo aspetto della narrativa di Vasilikòs nel 1994 nel saggio Ιταλικοί αντικαθρεπτισμοί. Η Ιταλία σε κείμενα Ελλήνων λογοτεχνών (Riflessi italiani. L’Italia nei testi di autori greci). L’osmosi tra la vita di Vasilikòs a Roma e la sua scrittura autobiografica è presentata in questo libro in modo molto più approfondito, è sottolineata dalla lettura trasversale dell’opera di Vasilikòs ed arricchita da esempi tratti non solo dai romanzi e racconti ma anche dalle sue interviste e prose. L’indagine di Zoras prosegue su due livelli: da un lato è il cronotopo di Roma, lo spazio geografico entro cui agisce l’io narrante in un determinato periodo storico; dall’altro il valore della memoria e dell’oggetto mnestico, il ricordo che percorre la mente dell’io narrante. E la memoria si trasforma in ricordo ogni volta che l’io narrante ripercorre luoghi e contesti vissuti in periodi più felici. Ad amalgamare le due componenti interviene il rapporto tra la vita di Vasilikòs a Roma, quindi l’aspetto autobiografico, e il modo in cui esso si riflette nei suoi romanzi e racconti di ambientazione romana, con una narrazione spesso omodiegetica dove il narratore s’identifica con l’autore, mentre gli eventi narrati sono ispirati a quelli vissuti dallo scrittore nella Città eterna. La memoria, per valorizzare l’essere che oramai appartiene al passato, deve essere coadiuvata da un supporto storico, e così Zoras nelle prime pagine del volume offre al lettore greco una breve descrizione della società italiana incontrata da Vasilikòs a Roma nei primi anni ’70. Gli eventi storico-politici dell’Italia e della Grecia di quel periodo sono menzionati da Zoras anche in seguito, quando fa riferimento, per esempio, a una carica della polizia contro alcuni manifestanti a Piazza Navona, evento descritto da Vasilikòs in Γλαύκο Θρασάκη (Glauco Thrasakis): l’intreccio tra memoria e realtà storico-politica si realizza quindi fin dalle prime opere di ambientazione romana. Ma siccome per la memoria individuale è importante il rapporto con la società e la cultura, Zoras descrive in varie unità del saggio, attraverso gli occhi di Vasilikòs o dei suoi portavoce, la realtà culturale italiana di quel periodo: sono gli accenni al caffè greco (e agli incontri con De Chirico), alla trattoria Cesarina dove Vasilikòs incontrava Alekos
Panagulis e Oriana Fallaci, oppure i riferimenti a Fregene dove l’io narrante si recava in compagnia dei registi Mauro Bolognini o Michelangelo Antonioni.
La descrizione del paesaggio esterno fornisce allo studioso la possibilità di esplorare con un’ottica particolare la dimensione narrativa di Vasilikòs, attraverso la correlazione tra l’interiorità, gli stati d’animo che attraversano i protagonisti delle sue opere di ambientazione romana, e la descrizione della città e dei suoi dintorni. Così nella sezione dedicata alle dimore romane di Vasilikòs, si va da una iniziale speranza e desiderio dello smarrito protagonista che la sua permanenza a Roma abbia un carattere transitorio (nella convinzione di una vita brevis del regime dittatoriale dei colonnelli), al progressivo adattamento al ritmo e alla vita della città grazie anche alla frequentazione di intellettuali romani o di altri amici intellettuali, anche greci, che soggiornano nella capitale, per arrivare alla cupa disperazione causata dalla morte inaspettata della moglie, al lutto che si trasforma in un vuoto psicologico da cui l’io narrante sembra non poter uscire fin quando non appare all’orizzonte un’altra donna, un faro verso cui si dirige e che gli ridarà la vita interiore: insieme a lei il recupero della memoria individuale, ma anche dei luoghi, non è più attraversato da fobie bensì acquista il valore di un vero e proprio recupero del passato, della propria vita, della dimora romana, dello stesso lutto.
La funzione mnestica si trasforma in un momento di contatto tra i vivi e gli esseri cari che non sono più in vita attraverso la valorizzazione del sepolcro. Zoras, per affrontare l’argomento, si serve dei portavoce di Vasilikòs nei romanzi Η υλόγα της αγάπης (Il Fuoco dell’amore) e To τελεσταίο αντίο (L’ultimo saluto) come anche nei racconti della raccolta Ο τρομερός μήνας Αύγοσστος (Il terribile mese di agosto). Il cimitero Acattolico di Roma, e nel caso specifico la tomba in cui giace la prima moglie dell’io narrante, diventa un momento di contatto tra il narratore e la sua compagna. La citazione del cimitero assume per Zoras un valore quasi di contrappunto fra la vita e la morte. La fatalità della disgrazia inaspettata è resa in modo ancora più evidente nel romanzo L’ultimo saluto, scritto in terza persona: la gioia di vivere della coppia protagonista che a Piazzale Ostiense si affretta a prendere il treno locale per andare al mare ad Ostia, sembra contrastare con la tranquillità che domina nello spazio racchiuso tra le mura del Cimitero Acattolico di cui ignorano l’esistenza ma al quale, per uno strano destino, saranno tragicamente legati poco tempo dopo.
La valorizzazione della memoria passa attraverso la descrizione delle piazze romane (Piazza di Spagna, Piazza San Silvestro, Piazza del Popolo, Piazza Navona) con citazioni che ripercorrono in modo trasversale le opere di Vasilikòs. Sono di grande interesse anche i riferimenti a Ghiannis Ritsos che s’ispirò ad alcune di esse per il suo Trittico italiano, oppure ai poeti Tasos Athanasiadis, Uranis, Xefludas che visitarono queste piazze nei decenni precedenti, trasformando in poesia le loro emozioni. La ricchezza di esempi porta il lettore a confrontare non tanto il valore poetico dei loro testi quanto lo stato d’animo con cui ciascun poeta descrive le piazze e i monumenti (al Vasilikòs poeta Zoras farà riferimento in un capitolo a parte).
Dalle piazze romane l’interesse dello studioso si sposta verso altri posti frequentati da Vasilikòs nei dintorni di Roma: Castel Gandolfo, ma soprattutto Fregene, Ostia, Sperlonga, località marine che gli ispirarono alcune poesie dove traspare un elemento di riflessione ma anche affettivo con queste località. La memoria individuale riaffiora quando Zoras, servendosi di citazioni trasversali, da Glauko Thrasakis a 290 personaggi alla raccolta poetica Ποιήματα (Poesie), sottolinea il valore del paesaggio marino del Lazio nell’opera di Vasilikòs che, con un ovvio confronto con il litorale greco, confessa la sua delusione nel vedere il mare di Fregene o di Ostia. In queste pagine Zoras sottolinea la nostalgia che lo scrittore nutre per la propria terra, unita ad un senso di solitudine ma anche di profonda sofferenza, e conclude che il mare assume per l’io narrante il valore di una terza patria (una specie di trait d’union) che collega le altre due, la Grecia e l’Italia. Il cronotopo del mare, che dunque trascende il singolo testo, incontra la nostalgia dell’io narrante per la propria patria, nonostante il suo amore per l’Italia.
Ma l’Italia di Vasilikòs che ci presenta Zoras non ha solo un aspetto, come dire, geografico-letterario. In un capitolo interessante nella sua particolarita lo studioso si occupa della presenza della letteratura italiana nell’opera dello scrittore greco citando, ahimè, solo la sua frequentazione
di Dante Alighieri. L’ammirazione che Vasilikòs nutriva per Dante lo indusse a ricordarlo nel titolo di un romanzo, Foco d’amor, dove riporta in traduzione alcuni versi del Paradiso dantesco.
Concludendo, vorrei accennare alle prime pagine del saggio, in cui Zoras cita le numerose traduzioni dei romanzi di Vasilikòs in italiano. Giocando con le parole, direi che c’è una sorta di capovolgimento del titolo, quasi un riflesso: il Vasilis Vasilikòs d’Italia. Apprendiamo infatti che la prima traduzione risale al 1969 con il romanzo Ζ e l’ultima al 2003 (si tratta delle poesie dall’esilio) e che l’uscita di ogni volume è segnata da recensioni su riviste letterarie o nelle pagine culturali delle testate giornalistiche italiane più importanti. In suo onore si è tenuto anche un convegno in Friuli qualche anno fa.
I vari aspetti che Zoras indaga dell’opera di Vasilikòs offrono insomma, nel loro complesso, un’immagine esaustiva di quello che per lo scrittore greco è stata l’”esperienza italiana” e di quanto essa sia stata importante per la redazione di alcune opere.
Gabriella Macrì
1. Il testo, arricchito e completato da ulteriori informazioni, è la presentazione del volume di Zoras avvenuta il 16 dicembre 2009 ad Atene presso la libreria Ianòs.
http://ejournals.lib.auth.gr/poliphilos/index