CARLO SERAFINI
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Con Svevo e Joyce siamo di fronte a due figure di grande rilievo della letteratura, a due mondi vastissimi sui quali molto è già stato scritto sia su ciascuno di essi sia riguardo al loro incontro e alla loro frequentazione. Si tenterà in questo lavoro di dare quindi risposta ad una serie di questioni che possano aiutare a far chiarezza sulla reale natura del loro rapporto nonché a far luce su ciò che
spinse lo scrittore triestino a parlare, nella conferenza dell’8 marzo 1927, del «mercante di gerundi»1.
Valutare con esattezza l’entità del loro rapporto è cosa complessa che deve tener conto di molti piccoli particolari, alcuni in apparenza quasi insignificanti.
Partendo dalla banale ma necessaria considerazione che senza il loro incontro la
letteratura italiana ed europea sarebbe oggi meno ricca ed interessante, possiamo
dire subito che tra Svevo e Joyce vi erano differenze molto marcate. L’età innanzitutto:
Svevo, nato nel 1861, Joyce nel 1882, ventuno anni di differenza.
L’educazione: Aron Hector Schmitz era stato educato inizialmente alla scuola
ebraica di Trieste, diretta dal rabbino maggiore Sabato Raffaele Melli2, e in
seguito presso il Brüsselsches Institut di Segnitz, presso Würzburg, in Franconia;
in Joyce invece la severa disciplina del Clongowes Wood e del Belvedere
College iniziarono a far emergere lo spirito critico e ribelle che sfociava poi in
profondi ed angosciosi sensi di colpa.
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Carlo Serafini (Roma, 1969) è laureato in Giurisprudenza e Lettere contemporanee. Dottore di ricerca in Italianistica, è docente presso l’Università dell’Aquila e l’Università di Roma “La Sapienza”.
Studioso di letteratura, ha pubblicato saggi su Tozzi, Svevo, Brancati, Testori, oltre a studi su Pietro Aretino, Pier Jacopo Martello e Ferdinando Galiani. Collabora con la cattedra di letteratura contemporanea dell’Univ. “La Sapienza” di Roma.
Redattore della rivista “L’Illuminista” e della collana di classici “Cento libri per Mille anni” (Ist. Poligrafico e Zecca dello Stato), ha lavorato presso il servizio interni del quotidiano romano “Il Messaggero” firmando numerosi articoli.
Dal 1994 al 1996 ha curato rubriche di carattere culturale per emittenti televisive regionali, ed è stato ideatore e conduttore del programma di intrattenimento culturale CULTURA 7 (1995).
Dal febbraio 2005 lavora presso Rai Educational, prima come consulente, attualmente come autore.