Sinisgalli e i ragazzi di via Panisperna

LUISA BONOLIS, DECIO COCOLICCHIO, BIAGIO RUSSO
Dal libro Un “Leonardo” del Novecento: Leonardo Sinisgalli (1908-1981) a cura di Gian Italo Bischi e Pietro Nastasi

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Sinisgalli al bivio tra due culture
Leonardo Sinisgalli è una figura singolare nel panorama culturale italiano del Novecento, dominato da una perdurante dicotomia tra le due culture, quella umanistica e quella scientifica.
La sua personalità ancora adesso incute fascino e sgomento se la si guarda nel suo complesso, nella sua istintiva e straordinaria poliedricità: poeta, narratore, matematico, designer, pubblicitario, creatore e direttore
di riviste, critico d’arte, documentarista, disegnatore, organizzatore di eventi, curatore di trasmissioni radiofoniche e divulgatore.
Proprio questo suo eclettismo, il muoversi come un cavallo sulla scacchiera della cultura del Novecento, la sua imprevedibilità, il suo scavalcare di slancio i rigidi steccati delle discipline, ha spesso sorpreso critici
avversi e deluso esegeti troppo entusiasti1. Sinisgalli aspirava alla sintesi, alla laconicità del sapere riassumibile nella brevità di una formula o di una poesia, nella materia di un oggetto o nelle sue linee, nell’apoteosi fulminante di una riflessione.
Il suo romantico illuminismo affondava le radici in un’ansia che non poneva confini al sapere, che tentava di andare oltre l’incomunicabile diaframma esistente tra la cultura scientifica e quella umanistica. Nato a Montemurro, l’antica Castrum Montis Murri, in Val d’Agri…

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